Gennaio 23

Trasferirsi a Dubai (Emirati Arabi Uniti)

By  Carla Galanti


Trasferirsi nell’emirato di Dubai

Oggi condivido qualche motivo che ha fatto diventare l’emirato di Dubai molto attraente per chi vuole trasferirsi proprio qui. 

Scoprirai:

  • la free-zone più conveniente per costituire la tua società;
  • il vantaggioso sistema fiscale al quale dovrai uniformarti;
  • i modi più facili per diventare residente;
  • i giusti passi per ottenere la tua residenza fiscale;
  • cosa devi fare se vuoi soggiornare temporaneamente come nomade digitale.

Partiamo!

Perché trasferirsi a Dubai?

Trasferirsi a Dubai non è sicuramente fonte di noia. Socialmente vibrante e con la certezza che non pagherai tasse, è già un bell’ inizio.

E’ ai primi posti a livello mondiale nell’elenco dei migliori posti per espatriati per vivere e lavorare. 

Qualche caratteristica di Dubai? Non sono poche.

Infrastrutture futuristiche, tassazione inesistente, sicurezza, internet eccellente e coworking spaces a disposizione (qualche esempio Dubai’s Letswork; Nest Dubai Coworking Space; Astro Labs: e Wrk Bay).

Troverai un tessuto sociale formato per più dell’80% da espatriati provenienti da ogni parte del mondo, col vantaggio linguistico dell’inglese che predomina. Proprio per questo è anche uno degli Hub Internazionali più famosi e frequentati di tutti i tempi. 

Gli Emirati Arabi compongono una federazione di 7 emirati autonomi (Abu Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Umm Al-Qaiwain, Ras Al-Khaimah e Fujairah).

Ma proprio Dubai pare rappresenti quello più adatto per chi espatria: un vero e proprio crogiolo multiculturale dove è impossibile non incontrare persone con le quali avere interessi in comune.

Caratteristiche di Dubai oggi

Nonostante sia criticata per il suo clima insopportabile in luglio e agosto, Dubai attrae moltissimi nord europei, canadesi e americani  regalando loro un clima stabile e secco che li rassicura per organizzare gite e barbecue durante almeno 8/9 mesi l’anno.

Ma la forza degli Emirati non si esaurisce a quanto detto fin qui, anzi il più interessnte deve ancora arrivare.

Avrete sentito tante volte affermazioni di persone che non si trasferirebbero a Dubai perchè sono erroneamente prigionieri di una visione della cultura del luogo ormai superata da diversi anni. Infatti Dubai è ormai fortemente influenzata dalla cultura internazionale e dallo sviluppo tecnologico e digitale, che l’ha guidata verso una forte occidentalizzazione. Vivendo la quotidianità, non noterai più quelle forti discriminazioni culturali del passato che oggi sono ormai solo un ricordo.

Se ti trasferisci a Dubai non sentirai una grande differenza sociale rispetto a vivere in una metropoli del sud est asiatico come Kuala Lumpur o Singapore.

Altro settore positivo è proprio la sicurezza: si, perché trasferirsi a Dubai vuol dire vivere in un contesto che possiede una criminalità sensibilmente bassa. Secondo i pareri di vita vissuta da donne appartenenti alle più disparate nazionalità, Dubai può essere vissuta a qualsiasi ora in piena sicurezza. E se perdi borsa o portafoglio per strada o in un negozio, te lo riportano a casa!

 

Trasferirsi a Dubai: finirà il mito del paradiso esentasse?

Come funziona il sistema fiscale degli EAU

  1. L’imposta personale sul reddito è pari a zero. 
  2. Anche le imposte societarie sono disciplinate dal principio di territorialità, per cui la tassazione sui profitti è basata sul nesso territoriale: i profitti realizzati al di fuori del paese non sono tassati. 
  3. Le nuove disposizioni: secondo il Gulf Cooperation Council (GCC) le imprese con reddito territoriale superiore a 100.000$ vedranno tassati i propri profitti al 9%.  Disposizione  del 2022 annunciata come cogente per il 2023, ma con efficacia rinviata per la fine del 2024.  E’ chiaro come l’imposizione fiscale alle società costituite nel territorio, sia una mossa obbligata da parte degli EAU per adeguarsi a standard internazionali di trasparenza fiscale. Ma al contempo costituisce a vantaggio degli EAU una potente competizione a livello mondiale in quanto fissa la tassazione in base a un’aliquota minima del 9%. 
  4. Rimane ferma l’esenzione delle tasse sia per gli individui che per i capital gain.
  5. Le zone di libero scambio non sono investite da queste novità fiscali, e continueranno a godere dell’esenzione fiscale e degli incentivi, al 100%.
  6. L’aliquota IVA è prevista al 5% già dal 2018.

Confronto con altri sistemi fiscali vantaggiosi nel mondo

Se confrontiamo il sistema fiscale degli EAU con quello della  Malesia (puoi vedere sulla Malesia anche qui e qui), oppure della Thailandia , o di Panama, non scorgiamo radicali differenze in quanto  anche in questi  3 paesi i redditi esteri non sono soggetti a tassazione, sono infatti paesi il cui sistema fiscale è governato dal principio di territorialità.

Invece una differenza che emerge confrontando il sistema fiscale di questi paesi è la presenza del sistema delle “remittance” vigente  in Thailandia. Infatti pur essendo la Thailandia un paese a fiscalità territoriale dove non vengono tassati i redditi esteri, tuttavia si pagano le “remittance”: vuol dire che quando vengono introdotti in un conto corrente thailandese redditi dall’estero, questa parte di reddito introdotta nel territorio, viene tassata.

Dubai è spettacolare
Le luci di Dubai

Come ottenere la residenza ordinaria negli EAU

Ci sono diversi modi di risiedere negli EAU, vi cito solamente le fattispecie più semplici.

Gli stranieri possono vivere come residenti negli Emirati Arabi in base a una residenza temporanea (da 1 a 3 anni) se in possesso di uno dei seguenti requisiti:

  • essere impiegati presso una società che ha sede negli UAE (Employee Visa)
  • essere investitori in un business/azienda (Investor Visa)
  • essere acquirenti di una proprietà 
  • essere studenti nelle Università degli Emirati

Costituendo una società, si acquisisce la residenza per 3 anni durante i quali si possono sia acquistare automobili che convertire la propria patente.

Quest’ultima opzione di residenza con la quale si costituisce una società onshore, anche solo formale e non necessariamente con attività concreta, permette di ottenere in poche settimane il visto, con spese contenute.

La disciplina non è uniforme nel paese, ma cambia da emirato a emirato, come accennato all’inizio.

Se si vuole optare direttamente per il soggiorno di 5 anni si deve investire in una proprietà nel territorio per almeno 1 milione di €, oppure, se si è imprenditori, si deve investire in un progetto di almeno 120mila€. Non è questa la sede per entrare nel dettaglio di ciascun visto, lo potrai approfondire quando maturerai l’idea di trasferirti. 

Inoltre, i requisiti previsti per i vari visti, non hanno validità generale per tutto il paese, ma variano da emirato ad emirato e valgono solo all’interno dell’emirato in cui è stato costituito il visto, questo in quanto ciascuno dei 7 emirati rappresenta una giurisdizione autonoma. Assicuratevi di fare i vostri piani in base a disposizioni aggiornate: i requisiti d’accesso vengono spesso modificati senza immediato aggiornamento nel sito del governo. Queste differenze valgono anche per i regimi fiscali delle società, comprese quelle costituite nelle numerose zone franche.

Infine, per vivere a Dubai non sia necessario avere una sim in quanto il collegamento a internet è facile dappertutto. Tuttavia per ottenere la residenza a Dubai è obbligatorio avere un numero di telefono quindi è necessario avere una sim.

Come funziona diventare residenti fiscali negli EAU?

Trasferirsi a Dubai vuol dire anche acquisire la residenza fiscale negli Emirati. E’ curioso come il sistema tributario emiratino non offra una specifica definizione di residenza fiscale. Pertanto noi italiani, conoscendo il rigore della nostra agenzia delle entrate dobbiamo stare ben attenti qualora il nostro scopo sia quello di non essere più considerati responsabili fiscali in Italia. Come risolvere  questo grattacapo dato dalla lacuna legislativa emiratina?

Possiamo risolvere la questione rifacendoci all’Art. 4 del Trattato Italia-EAU sul Divieto di Doppia Imposizione, stipulato nel 1977 (qui l’originale in Gazzetta Ufficiale). Ecco come fare.

Le condizioni per diventare residenti fiscali in EAU

Un italiano può essere considerato residente fiscale negli EAU se ha nel territorio un’abitazione permanente e qui il centro dei propri interessi vitali. Per centro d’interessi vitali s’intendono tutte le proprie relazioni personali ed economiche più strette. Solo a queste condizioni potrete ottenere un certificato di residenza fiscale da opporre all’agenzia delle entrate italiana. 

La disciplina degli EAU sulla residenza non sono diverse quindi da quelle degli altri paesi.

Dubai attraente anche di giorno
Le spiagge di Dubai

Trasferirsi a Dubai e costituire una Società in una Free-Zone

Le free zone negli Emirati sono più di 44 e ovviamente multidisciplinari. Ognuno sceglie quella più confacente al proprio business.

Un altro degli ottimi motivi per trasferirsi a Dubai sono la burocrazia snella e l’esenzione fiscale. Tuttavia quando lanci un business negli EAU bisogna pagare le licenze. Con questo adempimento  garantisci la residenza per te, i tuoi familiari e per chi vuoi tu.

Quale free-zone scegliere?

Hai l’imbarazzo della scelta, fondamentalmente dipende dalla tipologia di business che vuoi fare e da quanto vuoi spendere per la gestione.

Trasferirsi a Dubai o negli Emirati Arabi consente di non subire imposte sul reddito per un determinato periodo di tempo che può andare dai 15 ai 50 anni.

Or, se vuoi provare a costituire una società investendo la spesa più bassa, puoi lanciarti a costituire una società nella IFZA (International Free Zone Authority), la free zone più economica, consigliata per coloro che fanno attività digitali. Ti permette una  esenzione dalle tasse per 50 anni. 

L’altro vantaggio è che la proprietà può essere al 100% straniera e non è necessario uno sponsor.

Troverai una snellezza burocratica che non obbliga alla fastidiosa contabilità annuale.

Trasferirsi a Dubai come Nomade Digitale

In ciascun Emirato è previsto il visto per nomadi digitali, ed anche a Dubai. I requisiti sono sempre i soliti previsti per questo tipo di visti: passaporto con validità minima di 6 mesi; durata del soggiorno 1 anno e rinnovabile; obbligo d’assicurazione sanitaria per tutto il soggiorno. Il reddito minimo mensile richiesto per Dubai è di 5000$ che dovranno risultare dalla dichiarazione dei redditi. Inoltre vengono richiesti gli estratti conto degli ultimi tre mesi.

I tempi di elaborazione del visto vanno da 1 a 2 settimane.

Le condizioni d’acceso inserite nei visti per nomadi digitali vengono frequentemente cambiate o il visto stesso sostituito da uno nuovo, o dismesso. Queste modifiche dipendono periodicamente dal flusso di applicant che propongono la domanda nel territorio.

Per concludere: perché trasferirsi a Dubai?

Per tutti i motivi che hai letto durante il post. E’ diventata la meta più ambita negli ultimi anni riuscendo ad abbinare una società culturalmente vibrante che guarda al futuro, con un sistema fiscale che ti permette di lavorare senza  spezzarti le gambe.

Carla Galanti

About the author

Expat da più di 10 anni con un'attrazione forte, sin da piccola, per la scoperta di luoghi inesplorati. Amica fedele e naturalmente di buon umore, sono sportiva anche quando dormo. Nasco a Cagliari dove mi laureo in legge e pratico la professione forense . Presto mi occupo di sviluppo delle organizzazioni e delle persone. Vivo molti anni a Milano da dove parto con Mario per lasciare l’Italia. Viviamo, come residenti fiscali, per lungo tempo in 3 paesi completamente differenti tra loro: Mauritius, Malesia e, da 5 anni, Panama. Attivare e gestire un espatrio sicuro è diventato da subito il mio appassionante lavoro principale. La mia esperienza come expat unita alla mia competenza in diritto migratorio e fiscale, mi hanno consentito di aiutare molte persone ad espatriare con successo.

{"email":"Email address invalid","url":"Website address invalid","required":"Required field missing"}

Iscriviti alla nostra newsletter.

>
Mettiti in contatto con noi