Europa: aggiornamento del 1 Luglio 2022
Prima di tuffarvi nel mondo dei paradisi fiscali per le criptovalute, questa guida 2022 ti aggiorna su ciò che sta accadendo in Europa in questi giorni.
Da una lontana proposta del Parlamento Europeo nel 2020 si è arrivati al 30 giugno 2022 per avere il primo nuovo accordo sulla regolamentazione delle cripto monete.
Tutto nasce dalla ferrea posizione dell’Europa, facilmente immaginabile, che attacca severamente i paradisi fiscali che non tassano le criptovalute. Per l’Europa la politica di certi paesi sull'esenzione delle tasse, viola le regole del commercio globale. Il più recente orientamento vede l'esigenza che le cripto - asset debbano essere tracciate come avviene per la moneta tradizionale. Il sistema delle cripto monete deve essere governato dagli stessi principi che regolano la finanza tradizionale. La motivazione Europea è quella di proteggere i consumatori, questa la ragione dell'esigenza del tracciamento. Ne discende prevenire il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Con la conseguenza che le transazioni sospette di criptovalute verranno bloccate.
Le stablecoin come Tether e USDC, dovranno mantenere ampie riserve in modo che, in caso di un prelievo di massa, possano garantire i rimborsi ai titolari. Nuovi limiti anche per le stablecoin giganti che devono limitare a 200 milioni di euro al giorno le transazioni.
Allo stato attuale, gli NFT, i token non fungibili collegati a proprietà digitali come l’arte, non rientrano nell’accordo. Tuttavia la Commissione Europea presumibilmente provvederà a una regolamentazione specifica entro 18 mesi.
Dai paradisi fiscali esentasse ai paesi che vietano l'uso di criptovalute
Esiste una guida per il 2022 per scegliere i migliori paradisi fiscali per le criptovalute? Stiamo cercando di farla nella misura in cui la materia è in continuo cambiamento. Si, ci hanno chiesto una Guida 2022 sui paradisi fiscali per le criptovalute perchè è davvero una necessità: il problema del peso fiscale oggi, preoccupa chiunque, e in tutte le parti del mondo, non solo gli italiani. Correlato anche il tema di se e come viene tassata l'attività finanziaria basata sulle criptovalute.
La domanda più frequente che ci viene fatta è: "in quale paese posso trasferirmi per non pagare tasse sulle criptovalute?"
Le politiche fiscali da parte dei governi sulle attività digitali variano da paese a paese. E anche gli stessi paesi che sono saliti sul carro della blockchain si comportano in modo autonomo e differente tra loro.
In certe giurisdizioni gli oneri fiscali sulle attività riguardanti le criptovalute sono talmente alti, che i cittadini non possono fare a meno di desiderare un Paradiso Fiscale per mettere fine ai propri incubi.
Pertanto, negli ultimi anni, la guerra promossa soprattutto dall'Europa, contro alcuni paradisi fiscali, non farebbe sperare di trovare paesi con esenzione totale dalle tasse per le cripto-asset.
E invece ci sono novità positive. Le puoi verificare durante questa guida 2022 sui paradisi fiscali per le cripto valute: il mio studio di supporto a questo scopo, per te.
L'OCSE, in uno studio mondiale sulla tassazione delle criptovalute, ha confermato che ciascun paese ha una propria politica autonoma sulle cripto.
La politica sulle cripto valute non è omogenea tra i diversi paesi, anzi!
Alcune giurisdizioni le considerano attività immateriali e finanziarie; altre le considerano come merce di scambio; altre ancora le riconoscono come valuta legale.
E tendenzialmente lo scambio di criptovalute viene considerato come un "evento imponibile" e quindi tassabile. Si, lo so, la confusione regna sovrana.
Per conoscere correttamente il contesto del tema, dobbiamo tener presente che ciascun paese adotta l’approccio fiscale più consono alla propria strategia politica di sviluppo che ha deciso per un dato momento storico. Per questo vediamo approcci diametralmente opposti: da una parte, paesi “crypto-heaven” che stabiliscono una totale esenzione dalle tasse, dall'altra paesi che sviluppano una politica fiscale decisamente severa in tema di crypto.
Esiste il miglior paese nella gestione delle cripto valute?
La prima risposta è che dipende dalle esigenze di ciascuno. Sicuro che un punto fermo è la varietà di approcci adottata dalle varie giurisdizioni. Essa genera molta confusione nel trader che vuole individuare il paese più adatto alle proprie esigenze. Ma prima di segnalarvi come funziona qualche paese sulla gestione delle cripto, meglio aver chiaro un concetto base.
Quali sono i criteri usati per tassare le cripto valute?
Un criterio guida centrale per capire se le proprie attività cripto possono o meno essere tassate, riguarda la modalità di detenzione o di uso di esse. In sostanza, due sono le principali modalità che prende in considerazione l'autorità fiscale sulle cripto ai fini della tassazione:
1. Detenere le cripto per un periodo di almeno 1 anno: questo scopo è considerato un investimento a lungo termine e quindi non è suscettibile di tassazione nella maggioranza dei paesi.
2. Utilizzare le cripto in una attività commerciale (cripto trading): solitamente in questi casi è prevista la tassazione delle attività di scambio. Anche se non tutti i paesi tassano le attività sugli asset digitali.
In due parole, nella maggior parte dei paesi, se si fa trading si pagano le tasse sulle plusvalenze derivate dalle cripto (ormai note come cripto-gain), mentre se si detiene la criptovaluta staticamente come investimento, non si subisce tassazione.
Tuttavia, come tutte le regole, questo criterio guida ha le sue eccezioni.
Queste eccezioni dipendono dalle scelte di strategia politica di ciascuna giurisdizione in un determinato momento storico. Per esempio, una giurisdizione può adottare un approccio di esenzione totale delle tasse a prescindere dalla modalità d'uso della cripto moneta: possiamo considerare questi paesi come i paradisi fiscali delle “cripto-gain”, e per questo motivo chiamati “crypto-heaven”.
In questo periodo la cosa certa è che la tassazione sulle criptovalute sta cambiando in tutti i paesi, e non necessariamente in peggio.
Perché?
La nascita dei paradisi fiscali per le cripto valute.
Questa guida 2022 sui paradisi fiscali per le cripto non può mancare di citare un altro punto. Dopo il periodo di stallo economico provocato dalla pandemia, facilitare e detassare le attività del mondo cripto, è diventata un’ottima ragione per attrarre nuovi investitori e imprenditori stranieri che contribuiscono allo sviluppo sociale, politico ed economico di un paese.
Lo scopo primario per la maggior parte dei paesi è costruire, in questo periodo, una legislazione fiscale favorevole in tema di cripto monete, dedicata ad attrarre gli stranieri che fanno imprese o che investono i propri capitali. La fiscalità favorevole per gli stranieri facilita l''entrata e uscita da un paese all’altro e questo contribuisce a rendere realizzabile in tutto il mondo lo scopo primario di queste giurisdizioni: sviluppare il proprio tessuto sociale, politico ed economico.
Nell'esempio sotto, vediamo un ventaglio dei paesi tra cui potresti trovare, a sorpresa, la giurisdizione sulla quale magari hai già buttato l’occhio per espatriare e, quindi, verificare se ti conviene davvero. Oppure potresti trovarti deluso dalla politica di un paese che credevi, invece, con la miglior fiscalità del mondo.
In questo post partiamo dalle giurisdizioni considerate paradisi fiscali per le criptovalute (già note come crypto-heaven) per arrivare all' estremo opposto occupato dalle giurisdizioni con una politica molto più severa sulle cripto.
Giurisdizioni senza tasse sulle cripto
El Salvador
Giurisdizione regina in materia cripto: da settembre 2021 è la prima nazione a riconosce Bitcoin come moneta con corso legale insieme al dollaro, valuta ufficiale in El Salvador da 20 anni. L'effetto è che chi vive nel paese può comprare qualsiasi cosa con Bitcoin, fino ad auto e immobili.
Il paese sancisce a chiare lettere che gli investitori stranieri non pagano tasse sui capital gain (quindi tutte le plusvalenze) generati dalle criptomonete.
Javier Argueta, l’avvocato del Presidente Bukele ha affermato che la politica del governo è quella d'incoraggiare gli investimenti esteri, e per questo motivo non sono previste tasse né sul reddito né sull’ aumento di capitale costituito da cripto-monete.
Come tutti i nuovi inizi, ci sono stati fisiologici intoppi sin dai primi momenti: il nuovo esperimento ha vacillato per 2 motivi relativi alla App Statale Wallet “Chivo”: non è stata subito disponibile negli store ufficiali e anche l’utilizzazione del servizio delle App disponibili, non è stato dei migliori. In quello stesso periodo Bitcoin è crollata del 20% trascinando altre cripto: situazione che il Governatore del Salvador, Nayib Bukele, ha considerato un’ottima occasione per “buying the dip”.
Il Salvador costituisce oggi una pietra miliare in materia di politica innovativa in tema di cripto-valute.
Isole Cayman
Sede di Binance, anche le Cayman costituiscono una giurisdizione che non riscuote imposte sul reddito personale o societario guadagnato al di fuori del proprio territorio.
Pertanto vige la totale assenza di tasse per tutti i tipi di attività crittografica effettuata nel territorio.
Bermuda
Considerato da sempre “Paradiso Fiscale” senza tassazione individuale, continua ad esserlo in tema di “tassazione digitale”: le plusvalenze sulle criptomonete non vengono tassate. Ed i profitti non vengono neanche considerati come reddito imponibile.
Una cosa curiosa è che Bermuda è stato il primo paese al mondo, nel 2019, ad accettare il pagamento delle tasse tramite criptovaluta USDC, infatti supporta l’uso delle cripto collegate al Dollaro (stablecoin).
Inoltre le LLC che svolgono attività di asset digitali, possono richiedere un impegno dall'Autorità Finanziaria nel senso che, nel caso in cui venga promulgata nelle Bermuda una legislazione che impone un'imposta sugli utili o sul reddito o su qualsiasi capitale, guadagno o attività, l'imposizione di tale imposta non diventerà applicabile a tali società.
Singapore
Altro "Paradiso Fiscale" per le cripto valute è Singapore.
Infatti non ha un'imposta sulle plusvalenze neanche realizzando un'attività commerciale con le cripto. Non solo, Singapore considera la cripto valuta come una proprietà immateriale; se acquisti beni o servizi utilizzando le criptovalute, lo scambio si configura come un baratto piuttosto che come un pagamento. Quindi, mentre i beni o i servizi sono tassati, il tuo token non è tassato. Questo riguarda solamente i singoli investitori individuali, non le imprese.
Barbados
Giurisdizione a fiscalità territoriale dove non vengono tassati i redditi esteri degli stranieri. Pertanto i guadagni in criptovaluta realizzati all'estero non rientrano nella tassazione. In ogni caso le tasse societarie non sono mai maggiori del 5%.
Puoi trovare qualcosa su Barbados qui
Svizzera
Famosa terra per i finanzieri di alto cabotaggio, paradiso fiscale delle cripto valute e chiamata la “Crypto Valley” dell’area europea nonchè sede di Ethereum e Tezos, ha visto il pieno sviluppo degli ecosistemi Fintech e Blockchain.
Per questi motivi è sempre di più scelta da investitori e trader in quanto le loro attività sono esentasse ed esenti da dichiarazione fiscale. Sempre che i singoli investitori di criptomonete restino investitori e non realizzino attività commerciale di trading, la quale, invece, viene tassata.
Il progetto legislativo dell' Agosto 2021 ha previsto l'adeguamento delle disposizioni federali allo sviluppo della tecnologia dei registri elettronici decentralizzati (TRD). Nel contesto del progetto normativo tra le altre cose: vengono garantite le negoziazioni dei diritti tramite i registri elettronici; viene garantita la separazione dei cripto asset dalla massa fallimentare; vengono create nuove categorie di autorizzazioni per i sistemi di negoziazione basati sul TRD.
Porto Rico
Territorio degli Stati Uniti, è diventata il “crypto-haven” dei grandi investitori che decidono di vivere in una giurisdizione dove non sono previste tasse sulle crypto-gains (plusvalenze delle cripto). E anche gli americani godono dell'esenzione dalle tasse. Tuttavia in caso di trading (commercio di cripto), i portoricani pagano tasse più basse rispetto ai cittadini americani residenti in Portorico.
La cosa interessante è che se ti trasferisci a Porto Rico ed acquisti criptovalute nel territorio, non paghi nessuna tassa su di esse.
Molto probabilmente è prossima anche l’apertura di una Crypto-Banca. Una grande anticipazione del futuro è quella di concepire una città totalmente crypto, come è già nei programmi.
Panamá
Potrebbe diventare il prossimo paese in America Latina, dopo El Salvador, a sostenere pienamente Bitcoin e considerarla come valuta legale.
La giurisdizione è governata dal principio di fiscalità territoriale che esenta dalle tasse sui redditi esteri, gli expat di tutto il mondo che hanno quindi il vantaggio di non pagare tasse sulle attività operate con le criptomonete.
Nicaragua
E’ una giurisdizione offshore non ancora abbastanza considerata e valorizzata. Oltre allo sviluppo economico degli investimenti e delle start-up, il Nicaragua attua una politica di protezione della privacy, ormai sparita nella maggior parte dei paesi.
Come Panama, il regime fiscale è territoriale, pertanto i redditi esteri non vengono tassati dal governo, e neanche quindi i capital gain sulle criptomonete.
Gli expat che vivono qui testimoniano anche un clima sociale accogliente: un mix perfetto per vivere in un paese con risparmio fiscale da una parte e qualità della vita sociale dall’altra.
Paraguay
Altro paese a fiscalità territoriale dove non vengono tassati i redditi esteri. Il Paraguay può sostenere e sviluppare Bitcoin anche nell’attività di mining che può essere supportata e potenziata con facilità in quanto il paese ha un’ abbondanza di energia rinnovabile.
Slovenia
La regolamentazione fiscale delle cripto è autonoma rispetto a quella ordinaria. Le criptovalute sono considerate beni mobili. La regola in Slovenia è che l’imposta sul reddito delle persone fisiche non viene applicata sui guadagni derivanti da beni mobili. Pertanto se le plusvalenze riguardano le cripto, le tasse non sono dovute. Invece le attività di mining sono tassate in base ad un'aliquota del 25%.
Seychelles
Altro “cripto-heaven” sede di molte aziende appartenenti al settore cripto. I redditi realizzati tramite criptovaluta da parte di stranieri e società offshore sono esenti da tassazione. Al contrario persone fisiche nativi e società costituite nel territorio pagano le tasse sui redditi da cripto-moneta.
Giurisdizioni con fiscalità vantaggiosa non paradisi fiscali
Malesia
Paese a fiscalità territoriale che non tassa nessun reddito estero e neanche le rimesse (come invece la Thailandia). La Malesia non riconosce le criptovalute come corso legale. Attualmente non sono previste tasse sulle transazioni di criptomonete non ripetitive, cioè usate solo come investimento. Cosa intende?
Per il governo malese tutte le attività commerciali che generano reddito sul territorio, sono tassate. Pertanto la stessa sorte riguarda le criptovalute. Quindi il trading di criptovalute che si traduce in una compravendita ripetitiva, è considerata attività commerciale quindi reddito imponibile. Pertanto l’esenzione dalle tasse riguarda solo quelle plusvalenze che derivano da un profitto occasionale e non pianificato.
Malta
Internazionalmente riconosciuta come la “Blockchain Island” del Mediterraneo, ha regolamentato Bitcoin da diversi anni al punto da occupare i primi posti come la prima giurisdizione altamente regolamentata. L’ esenzione dalle tasse opera solo nei casi in cui si detenga Bitcoin come investimento (ferma per almeno 1 anno, vedi le considerazioni iniziali).
Invece, se si effettua attività di commercio di criptovalute, questa verrà considerata reddito d’impresa su cui pagare le tasse in base a un’aliquota del 35%. Anche quest'attività quindi beneficia del principio fiscale maltese, chiamato “Full Imputation System”: consente d'imporre le tasse a un’aliquota massima del 5%. O addirittura allo 0%, a seconda dei casi. Se vuoi saperne di più sul "F.I.S." guarda qui.
Gibilterra
Questa giurisdizione applica una tassazione sulle criptovalute con un’aliquota del 10%.
Hong Kong
Sappiamo che è un braccio della Cina, e la sua autonomia di governo è solo teorica. Anch’essa regolata dal principio di fiscalità territoriale con zero tasse sui redditi esteri, in sostanza questa giurisdizione riflette i criteri generali esposti all'inizio: distingue tra detenzione di cripto come investimento o come oggetto di scambio o attività di trading. Infatti l’IRD (Inland Revenue Department) afferma che la persona fisica non vedrà tassate le sue attività sulle criptomonete solo se le detiene a lungo termine.
Mentre al contrario, se l’agente effettua un’attività commerciale di criptovalute, sarà calcolata l’imposta sui profitti e non si potrà quindi applicare l’esenzione dalle tasse.
Giurisdizioni con legislazione sfavorevole
Ci sono paesi che si oppongono all'uso delle cripto-valute. La politica di uno Stato può essere più o meno dettagliata e trasparente in questo senso. In certi casi le disposizioni anti-cripto non sono ancora formalizzate ma istituzioni e banche si comportano col cittadino in una direzione inequivocabile per lui.
U.S.A.
Questa in punti l'essenza della politica USA sugli scambi di criptovaluta, sui quali si sta premendo l'acceleratore per l'approvazione: l'IRS ha dichiarato che combattere l'evasione fiscale attraverso le valute digitali è una priorità assoluta. Al momento è in vigore:
Bolivia
Questa giurisdizione vieta completamente le cripto monete, nell'interesse di proteggere la propria valuta sovrana.
Ecuador
L'Ecuador opera sui cittadini una politica dissuasiva nei confronti delle cripto monete. Vieta le cripto come moneta di scambio nel commercio di beni e servizi. La motivazione centrale del governo riguarda la considerazione per cui 'utilizzo delle cripto-valute è un'attività ad alto rischio.
Turchia
In Turchia la situazione è cambiata dopo che la Banca Centrale ha dichiarato come illegale qualsiasi uso di cripto-valuta. Prima di questa posizione da parte della BC della Turchia (TCMB), il paese era un luogo foriero di transazioni per mezzo di cripto-valute.
Egitto
La legge islamica vieta categoricamente qualsiasi transazione di criptovaluta.
Conclusioni
Se quindi non vuoi subire un'imposizione fiscale pesante sulle tue cripto-gain, puoi avere molte chance di trovare un paese esentasse: El Salvador, Isole Cayman, Bermuda, Barbados, Svizzera, Portorico, Panama, Nicaragua, Paraguay, Slovenia, Seychelles.
Tra gli altri paesi che regolamentano la tassazione sulle attività di cripto in modo favorevole, puoi scegliere anche Malesia, Malta, Gibilterra e Hong Kong.
Ma l'elenco non si chiude qui. E cambia di giorno in giorno. Aggiornati!!
Non vedo menzionata la Georgia, penso che sia un paese interessante sia per le criptovalute sia per la tassazione territoriale.
Grazie Luca del suggerimento. Si questo è un blog post. Con i clienti facciamo analisi molto più approfondite e dettagliate, soprattutto adatte alle circostanze di ciascuno. Ad alcuni interessa anche la Georgia.
[…] professionisti e imprenditori di alto livello da tutto il mondo. Puoi trovare in questo stesso blog diversi paesi dove non si pagano tasse sulle attività di cripto […]
Per un pensionato ente pubblicocon 1100 euro mensili un paese dove l’assegno non è tassabile. La tua tariffa per la pratica?
Rosella, grazie, visiti questa pagina: https://expatr.io/percorso-per-espatrio-2/